Occhio secco
QUANDO LA LACRIMAZIONE OCULARE È INSUFFICIENTE
Composizione del film lacrimale
La sindrome dell’occhio secco è molto diffusa ed è causata da una mancanza di sufficiente lacrimazione e umettamento della superficie oculare. La presenza di un buon film lacrimale è indispensabile per la salute della superficie oculare: le lacrime infatti formano uno strato che mantiene l’occhio bagnato permettendo di avere una buona visione, inoltre lavano via gli agenti esterni come polveri, microrganismi e corpi estranei che possono danneggiare la superficie dell’occhio.
Se il film lacrimale si riduce si va incontro a una costante irritazione dell’occhio dovuta alla scarsa lubrificazione, che può portare alla sofferenza della superficie oculare: la conseguenza è la disepitelizzazione della cornea, ossia una perdita totale o parziale di tessuto epiteliale, e nei casi più gravi la formazione di ulcere e cicatrici corneali.
Per fortuna la maggioranza delle persone affette da secchezza oculare presenta un quadro lieve più legato a una sintomatologia di discomfort oculare (sensazione di occhio secco, irritazioni, dolore agli occhi o disturbi temporanei della vista) che alla presenza di vere e proprie alterazioni dei tessuti.
Il discomfort oculare è condizione molto comune e una delle prime cause di accesso alla visita oculistica.
Occhio secco: le cause più frequenti
Tra le cause dell’occhio secco c’è la riduzione fisiologica della produzione delle lacrime legata all’invecchiamento della ghiandola lacrimale.
Un’altra causa frequente è legata ai cambiamenti ormonali che colpiscono le donne intorno alla menopausa. In una minor percentuale di casi il quadro è grave perché c’è un’atrofia vera e propria della ghiandola lacrimale, secondaria a patologie autoimmunitarie sistemiche (Sindrome di Sjogren).
I sintomi dell’occhio secco: tienili d’occhio
Bruciore, fastidio e dolore oculare, senso di pesantezza, senso di corpo estraneo occhio rosso fotofobia e visione appannata sono i sintomi principali dell’occhio secco.
A volte, al contrario, la sensazione è quella di lacrimazione eccessiva, cosa che può sembrare una contraddizione. La spiegazione è che la secchezza oculare stimola una lacrimazione riflessa per supplire alla mancanza della lacrimazione basale o alla cattiva qualità delle lacrime.
Diagnosi: i test per misurare la secchezza oculare
Per diagnosticare la secchezza oculare si osserva l’occhio alla lampada a fessura per evidenziare la scarsità del menisco lacrimale o la disepitelizzazione della cornea.
Test lacrimali
Test BUT (Break Up Time)
Si tratta di un test del “tempo di rottura del film lacrimale”. Si svolge apponendo sulla superficie oculare un colorante e misurando il tempo di rottura della lacrima.
Test di Schirmer
Quantifica la secrezione lacrimale con una piccola striscia di carta bibula millimetrata che viene lasciata nel fornice congiuntivale inferiore: dopo 5 minuti si verifica di quanto si è bagnata.
La terapia medica
È importante bere molto e mantenere una corretta igiene del bordo palpebrale e usare i sostituti lacrimali in gocce o gel. Per la prescrizione di questi è utile farsi consigliare dal proprio oculista, perché ne esistono vari tipi e bisogna trovare il più adatto a seconda dell’origine del problema.
Gli interventi chirurgici: le possibili soluzioni per la cura dell’occhio secco
I trattamenti chirurgici dell’occhio secco hanno lo scopo di evitare che le lacrime vengano riassorbite dalle vie lacrimali e che rimangano sulla superficie dell’occhio. Si cerca quindi di ostruire i “puntini lacrimali” ossia lo sbocco delle vie lacrimali presenti nell’angolo interno dell’occhio.
Punctum plug di silicone
Si può chiudere in modo definitivo il puntino lacrimale superiore e inferiore con un tappo di silicone e impedire il deflusso delle lacrime nel naso.
Plug temporaneo di acido ialuronico
Può essere fatta anche un’occlusione temporanea con tappi di acido ialuronico da tenere per 4-7 giorni per verificare che la sintomatologia migliori e poi procedere alla chirurgia di chiusura definitiva dei puntini.
Blefaroplastica e tarsorrafia
La chirurgia può correggere le anomalie palpebrali con l’intervento di blefaroplastica inferiore o con la tarsorrafia laterale. I due interventi non influiscono sulla produzione delle lacrime e si usano nei casi più gravi, ovvero quando il paziente non riesce più a chiudere la palpebra o quando la superficie corneale esposta è troppo ampia per la quantità di lacrima presente e va incontro a ulcerazioni.
Il ruolo delle abitudini di vita
Ci sono poi alcune abitudini di vita legate ad attività, bisogni o vizi che ci espongono maggiormente alla secchezza oculare, per esempio:
I portatori di lenti a contatto possono manifestare più frequentemente questo sintomo che li costringe in qualche caso ad abbandonarle.
L’uso del computer favorisce la secchezza oculare perché l’attenzione posta quando si è davanti ad un monitor riduce la frequenza e l’ampiezza dei battiti delle palpebre portando ad una maggior evaporazione delle lacrime.
La permanenza in un ambiente con aria condizionata o con ventilatore o con aria calda forzata può diminuire l’umidità dell’aria aumentando l’evaporazione delle lacrime.
Il fumo di sigaretta può seccare l’aria intorno agli occhi.
L’assunzione di alcuni farmaci che includono antistaminici, antidepressivi, ormoni, immunosoppressori, diuretici aumentano il rischio di occhio secco.
I problemi palpebrali come blefariti e deficit di chiusura delle palpebre (lagoftalmo) e possono dare origine a severi quadri di occhio secco che possono portare a ulcere corneali.
Alcuni interventi chirurgici oculari come quello di cataratta o gli interventi di chirurgia refrattiva (PRK, LASIK) nel primo anno successivo all’intervento possono contribuire a ridurre temporaneamente la produzione delle lacrime.
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